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Ultima chiamata per “Architetture inabitabili”: la mostra che ha incantato Roma chiude il 29 settembre

La mostra “Architetture inabitabili”, allestita presso i Musei Capitolini – Centrale Montemartini di Roma, si prepara a chiudere i battenti domenica 29 settembre. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione, organizzata da Archivio Luce Cinecittà, ha catturato l’attenzione di oltre 70.000 visitatori, registrando una delle affluenze più alte per un evento di Archivio Luce. Questo successo è testimonianza dell’interesse del pubblico per un’architettura che supera la sua funzione abitativa e si fa portatrice di storie e significati.

Il concept della mostra “Architetture inabitabili”

Ideata dalla Presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, in collaborazione con Dario Dalla Lana, “Architetture inabitabili” è stata inaugurata il 24 gennaio 2024 e ha visto una proroga fino alla fine di settembre, grazie alla straordinaria accoglienza di pubblico e critica. La mostra si distingue per la capacità di esplorare concetti architettonici non convenzionali, evidenziando otto edifici emblematici del patrimonio italiano: il Gazometro di Roma, il Memoriale Brion di Altivole, il campanile semisommerso di Curon, il Cretto di Gibellina, il Lingotto di Torino, gli Ex Seccatoi di Città di Castello, la Torre Branca di Milano e i Palmenti di Pietragalla.

Queste strutture, pur essendo spesso dimenticate o sconosciute, raccontano storie affascinanti di un’Italia architettonica in continua evoluzione. Ognuna di esse è stata selezionata non solo per la sua importanza storica, ma anche per la sua capacità di stimolare riflessioni critiche e approfondimenti sul rapporto tra spazio, memoria e identità collettiva. Attraverso una curatela attenta e una pianificazione meticolosa, “Architetture inabitabili” invita il visitatore a una nuova percezione di questi luoghi, considerandoli custodi di una narrativa architetturale che trascende il semplice uso quotidiano.

L’esposizione delle immagini e dei contributi artistici

La mostra non si è limitata a esporre le immagini delle architetture inabitabili, ma ha integrato opere di fotografi e artisti di fama internazionale, arricchendo l’esperienza espositiva. Collegamenti visivi e interpretazioni artistiche profonde sono offerte da nomi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone, Mark Power, Sekiya Masaaki e Steve McCurry. Oltre a queste opere, sono stati inclusi anche contributi fotografici commissionati ad hoc per l’evento da Francesco Jodice e Silvia Camporesi, che hanno offerto nuove prospettive su queste architetture, trasformando la visita in un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Attraverso questa fusione di fotografia e architettura, la mostra ha creato collegamenti emozionali e intellettuali. Essa mette in evidenza come l’arte visiva possa rispecchiare e reinterpretare la realtà architettonica, provocando domande sul significato degli spazi che abitiamo. Questa interazione tra fotografia e architettura permette ai visitatori di immergersi nel passato e nel presente delle strutture, stimolando un dialogo critico sulle loro funzioni e sulla loro esistenza.

Il catalogo e i racconti di autori italiani

“Architetture inabitabili” si è accompagnata a un catalogo ricco e ben articolato, edito da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con Marsilio Arte. Questo volume non solo raccoglie le immagini delle opere esposte, ma offre anche testi inediti di autori di spicco della narrativa italiana contemporanea. Tra gli scrittori presenti figurano Edoardo Albinati, Stefania Auci, Gianni Biondillo, Andrea Canobbio, Andrea Di Consoli, Francesca Melandri, Tiziano Scarpa e Filippo Timi.

Ogni autore ha apportato il proprio contributo narrativo, realizzando racconti ispirati a ciascuna delle architetture inabitabili selezionate. Queste opere letterarie offrono interpretazioni uniche e riflessioni profonde, valorizzando ulteriormente l’esperienza visiva proposta nella mostra. Il catalogo, quindi, non è solo un ricordo dell’esposizione, ma un vero e proprio viaggio nell’immaginario architettonico italiano, rivelando il potenziale dell’architettura come fonte d’ispirazione e dialogo per gli artisti contemporanei.

La mostra “Architetture inabitabili” rappresenta pertanto un significativo momento di riflessione sulla memoria e sull’identità del patrimonio architettonico italiano, offrendo un’opportunità unica di scoprire e rivalutare opere che meritano di essere a maggior ragione al centro del dibattito culturale attuale.

Maria Pisu

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