Deborah Compagnoni, ex campionessa di sci, rompe il silenzio riguardo alla sua vita personale, rivelando di aver intrapreso una nuova relazione dopo la separazione da Alessandro Benetton. In un’intervista rilasciata al Corriere, la Compagnoni condivide dettagli della sua infanzia e discute gli impatti emotivi e professionali che l’hanno segnata, fornendo un’affascinante visione del suo mondo interiore.
Nata nel 1970, Deborah Compagnoni rievoca i momenti salienti della sua giovinezza in un racconto che mette in risalto una crescita avventurosa e libera. Nel suo libro “Una ragazza di montagna: storia di una ragazza felice tra neve, prati e avventure“, la sciatrice descrive le sue esperienze da bambina in Valtellina. Cresciuta precedentemente nel hotel di famiglia a Santa Caterina Valfurva, Deborah e i suoi due fratelli, Yuri e Jacopo, vivevano un’infanzia caratterizzata da un rapporto profondo con la natura circostante.
L’intervista mette in evidenza il senso di libertà che caratterizzava le sue giornate: “A 3-4 anni facevo cose che oggi non sarebbero più permesse dai genitori. Vivevamo in un albergo, ce la svignavamo continuamente. E fuori c’era il gioco più bello: la natura.” Questo ambiente ha contribuito a creare un’autonomia che si riflette nel suo carattere. La forza delle radici montane, con odori familiari che evocano ricordi d’infanzia, gioca un ruolo centrale nella sua vita.
Oggi, Deborah divide il suo tempo tra il Veneto e la Valtellina, due luoghi che evocano una connessione emotiva e storica. Rivive il richiamo dei luoghi, degli odori e delle tradizioni, rimanendo legata a una vita semplice e genuina.
Dopo una lunga relazione con Alessandro Benetton, dalla quale sono nati tre figli, Deborah Compagnoni ha rivelato di aver trovato un nuovo compagno, Michele, un alpinista e fotografo. La sciatrice ha scelto di mantenere la discrezione nei dettagli della loro relazione. Michele è stato inizialmente la sua guida durante attività di sci alpinismo, e a partire da quel momento l’affetto tra i due ha fiorito, portandola a riscoprire passioni e radici dimenticate.
Deborah riflette su come questa nuova storia d’amore abbia il potere di riportarla alla spensieratezza della sua giovinezza. Con Michele, non si limita a praticare sport. La coppia si impegna in una varietà di attività all’aria aperta, come trekking e arrampicata, riscoprendo la dimensione della natura che aveva tanto amato da giovane. “Con Michele torno alle mie origini, alle radici della mia storia,” afferma. Questo nuovo rapporto sembra basarsi su un’intesa più matura, priva di aspettative e tumulto, avvicinandosi a un amore “adulto” caratterizzato da una profonda compatibilità e legame.
Il percorso di vita di Deborah non è stato privo di sfide. Tre anni fa, ha subito una grave perdita con la morte del fratello Jacopo, tracciando un’impronta indelebile nel suo cuore. In un toccante passaggio dell’intervista, Deborah rivela di dedicare il suo libro ai suoi tre figli e alle nipotine, figlie del fratello scomparso. La perdita, sebbene tragica, ha condotto la Compagnoni a riflettere sulla vita e sui valori familiari.
Deborah descrive l’amore e la cura che prova verso le sue nipotine, narrando come, nonostante l’assenza di Jacopo, i ricordi e le storie siano un modo per mantenerne viva la memoria. Questo lutto ha influenzato profondamente la sua visione della vita e ha sottolineato l’importanza del legame familiare e dell’eredità che ciascuna generazione porta avanti, contribuendo a dare un senso al dolore.
Un altro tema centrale nell’intervista è la sua visione critica dello sport professionistico attuale. Deborah Compagnoni denuncia le pressioni eccessive associate al mondo agonistico contemporaneo, auspicando un ritorno a valori più autentici che privilegiano l’esperienza e il piacere del movimento piuttosto che la mera competizione. “Lo sport non è solo agonismo e i figli vanno ascoltati, non pressati per ottenere risultati,” afferma, portando alla luce un disagio diffuso tra gli atleti odierni frastornati dalle aspettative.
Secondo Deborah, il focus sul risultato ha portato a una cultura pericolosa che trascura la gioia genuina dello sport. La sua esperienza personale nel campo emerge come monito per le nuove generazioni di atleti, e il desiderio di lavorare su un concetto di sport più equilibrato e sostenibile è emblematico del suo approccio attento ai valori umani e alla bellezza della pratica sportiva.
Deborah Compagnoni, quindi, continua ad influenzare sia il mondo dello sport che quello familiare, portando con sé un messaggio di resilienza e autenticità che risuona profondamente nella sua storia personale.
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